Voglia di dire Si al mondo

C’è chi ha la capacità di attrarre a se le gioie della vita, c’è chi ha la capacità di attirare a se i soldi, c’è chi ha la capacità di attirare a se….

io attiro i bugiardi patentati

Cosa comporta questo? che seppur sono per il fidiamoci dell’altro, l’essere socievole, fraternizziamo, siamo solidali.. etc etc

Gli incontri che si fanno nella vita ci cambiano.. o almeno ci provano..non sempre ci riescono.

Vorrei insegnare ai miei figli ad essere sempre corretti, leali, sinceri, anche quando è difficile, anche quando fa male, anche quando intorno a te è tutto una menzogna, perché solo così questo mondo può migliorare.

Sono una che non sa mentire, quindi no lo fa, sarei sgamabile lontana un miglio e le conseguenze anche decisamente peggiori. Non sono nemmeno per l’omissione, non serve a molto, il tempo porta a galla tutto.. io sono proprio una frana in queste cose, nel mio dna manca proprio la campionatura dei geni “mentire”. Quando ci ho provato con esiti decisamente pessimi.

Non sono programmata per mentire, ma sono programmata per attirare chi lo fa.

La bugia complica tutto. e fa un danno che è irreparabile.. crea delle lesioni sulla fiducia che perdurano per sempre, per quanto cerchi di superarle, per quanto cerchi di fidarti, per quanto vuoi fidarti, il tarlo che la bugia ci sia resterà per sempre, rovinando anche ogni tentativo di recupero di un rapporto.

Sono cicatrici che non si cancellano con il tempo, che modificano le relazioni, che intaccano nel profondo.

Ci sono bugie che poi proprio non comprendi e quelle sono le peggiori, perché non riuscendole a capire resti sempre con il dubbio sul “cosa è successo?”

I bugiardi andrebbero tutti alla gogna, ma alcuni bugiardi ahimè non possono essere allontanati, non puoi escluderli dalla tua vita, quando questo allontanamento non riguarda solo te…. e poi fondamentalmente non sono una che allontana comunque le persone

Tendo a “perdonare” con il tempo, chiunque. Sono programmata anche per questo.

Perdonare non significa dimenticare, ma significa accettare che si è umani, che si può sbagliare, significa non cancellare tutto il buono che c’è stato per un errore, significa dare importanza alle relazioni vissute, alle emozioni provate.

Le bugie come detto prima intaccano le basi, le fondamenta di un rapporto, mettono in discussione anche il buono, ma io voglio comunque andare oltre.

Voglio credere che sia di più nella vita, che ci sia di meglio nelle persone.

Sono una illusa che prenderà sempre mazzate nella vita, probabile… ma voglio credere che ci sia di più e voglio credere che chi mi sta vicino possa comprendere che con me non servono le bugie, che merito la verità nel bene e nel male

che la verità per quanto dolorosa è affrontabile, si può superare.. anche insieme. La menzogna è come presentare all’altro un muro contro il quale sbattere senza via di uscita.

Voglio credere di essere meglio di chi mente, voglio credere che c’è speranza per la verità di trionfare sulle bugie e soprattutto sulle insicurezze e sulla mancanza di responsabilità delle persone, perché diciamolo chi mente non è dotato di palle per affrontare le proprie azioni e agisce nel buio, nel sotterfugio perché non è dotato di coraggio e spalle per affrontare la vita.

Voglio un mondo di SI per la mia vita.. a prescindere da tutto e da tutti!

E la terra bussò…

…E la paura tornò.
Il terremoto fa sempre paura, per quanto ti ci abitui negli anni è infimo, ti entra dentro, per quanto senti la scossa aspetti che si plachi per poter tornare a dormire, quando dormi sei sempre sul chi va la.
Ormai non ti alzi più nemmeno, sai che passerà e tu potrai tornare alla tua vita ma così non è, o meglio ci torni ma un nervosismo addosso che ti accompagna per giorni, settimane e mesi.

In tanti anni di terremoti non sono mai uscita di casa, ho sempre preso di mira il muro portante, e nonostante la mia stazza il terremoto è l’unico evento che mi fa diventare una atleta olimpionica che impiega zero nani secondi a scendere dal letto e ficcarsi sotto il muro portante, che non so nemmeno io come faccio.

Il terremoto è un tremolio che non ha bisogno di presentazione, arriva e sai che è lui, non c’è da prendere consapevolezza.. lui c’è e si fa sentire chiaramente.

Ieri sera ero a spasso con la famiglia e la prima scossa non l’abbiamo avvertita, ma ci siamo accorti che le persone erano per strada, troppe e in punti strani, tipo le rotonde in mezzo alla strada, così avvicinandoci a casa abbiamo chiesto e ci hanno raccontato della scossa.

Sono madre da poco e per la prima volta in un momento di calma, perché non avevamo percepito la scossa, ho preparato un bagaglio di emergenza che ho ficcato in auto, un cambio per ogni figlio, una bottiglia dell’acqua, un paio di scarpe per tutti, 4 coperte. Insomma il minimo indispensabile, perché il mio primo pensiero è stato “se accade qualcosa prendo un figlio e fuggo”

Fuggo… non sono mai fuggita, so bene che la mia città ha subito gravissimi danni da un terremoto ormai passato solo alla memoria dell’Italia e per fortuna da quella volta le case sono state costruite in un certo modo, tanto che, in questi anni le abbiamo sentite tutte, TUTTE e lo ribadisco TUTTE, ma nulla nessun danno, nessun ferito e tutto è rimasto in piedi. Anche ora che siamo a pochi km dall’epicentro tutto è su, quindi viviamo anche con la consapevolezza che le nostre case sono sicure.

MA si sa, la certezza che non verranno giù non può darla nessuno, ma devo dire che fino ad oggi anche a 6.1 tutto è in piedi e senza danni… quindi una certa sicurezza possiamo permettercela.

Beh tornando a noi, ieri sera, da madre… ho preso i miei figli e sono uscita di casa, così com’ero. Ho camminato scalza sul asfalto umido per ore, ma non mi frega nulla.

L’essere madre, cambia la prospettiva, non sei solo responsabile per te, ma per loro e loro valgono più di te, perché per te non saresti uscita, ma con loro non ci hai pensato due volte.. tutti fuori!

Ho la fortuna di avere situazioni alternative per stare ancora più sicura e le ho adottate senza vergogna, ma se posso evitare di aver paura e di trasmetterla a loro non mi frega niente, io attivo tutti i meccanismi e gli strumenti a mia disposizione.

Dovranno imparare a conviverci, questa terra ha tremato ieri, trema oggi e tremerà domani. Farà parte della loro vita, dovranno imparare ad affrontarla, spero di riuscire a fargliela affrontare con la maggior “serenità” possibile.

 

Riappropriarsi di se stessi

crollo.. esaurimento.. caduta.. fondo… in ginocchio ..in piedi.. camminare … correre

Quando si grida BASTA poi è davvero BASTA

mi sto riappropriando della mia vita, sto realizzando che esisto e ora lo sto dichiarando al mondo.

Quel mondo che era abituato solo a scaricarmi addosso i propri problemi, quel mondo che pensava di darmi una mano, mentre continuava a scavare la mia fossa.

ANDATE A FANCULO TUTTI IO ESISTO e non ho intenzione di tornare nel silenzio!

Quando capisci che ci sei, che devi dirlo, che devi farlo sentire poi non puoi più tornare indietro nel bene e nel male e diventi una donna diversa da quella che conoscevi e che ora destabilizza il mondo.. quel mondo che non è abituato a conoscerla come ora si sta presentando

ESISTO.. si cazzo ESISTO!

non vi sta bene, levatevi dai coglioni, sto bene anche senza di voi!

Infondo non è vero, non sto bene senza di loro (di quelle figure comunque importanti per quanto possano essere state anche nocive per me) ma ora so che non devo chinarmi, chi mi ama mi segua… devo dare tempo al mondo di comprendere che io non sto più zitta!

Faccio la stronza, sono stronza.. non importa.. imparate gente che ho smesso di starvi a sentire ora siete voi che vi dovete adeguare a me come io ho fatto pazientemente per tutti questi anni, quegli anni in cui con il vostro amore mi avete affossata, affogata, calpestata…

Senza cattiveria, si intende, ma lo avete fatto… e no IO NON CI STO PIU’

ora fate i capricci? sbattete i piedi? cercate di dare una lezione a me e non comprendete che a forza di dar lezioni chi perde non sono io, ma voi.

Non vi corro dietro, non più. Ho detto quello che pensavo? ho alzato la voce? non vi sta bene.. imparate, le cose cambiano, io pure .. e siccome mi sono rotta le palle di sopravvivere ora vi dico che ho una lingua e una testa per delle decisioni, non coincidono con le vostre? poco male.. sono cazzi miei!

… e fortuna che oggi sto anche bene e che sono serena, cosa potevo scrivere in un momento di arrabbiatura?

 

Perché?

Quanti perché nella mia testa.

Lui se ne è andato, è scomparso, mi ha tagliato fuori e io sono caduta più in fondo di tutte le altre volte nella mia vita.

Sono caduta in un baratro in cui non vedevo fondo, chi mi ha ridestato dal buio è stato mio figlio che non ha nemmeno due anni, quando vedendomi disperata per l’ennesima volta, nel ennesimo giorno mi ha chiamata “mamma mamma” mi sono inchinata e mi ha consolato con un abbraccio al collo forte forte..

In quel momento nella mia testa è apparsa una scena da film.. uno di quei film in cui la madre dopo l’ennesima dose di eroina crolla a terra senza dare segni di vita e la bimba di turno preoccupata si inginocchia affianco alla mamma scuotendola e chiamandola per farla ridestare.. ecco mi sono sentita così… una merda.. ma quell’esserino è stato la spinta per cercare di raccogliere i cocci e sollevarmi.

Gocce e le lacrime sono passate. Psicologa e ora sto cercando di tornare sui binari.

E’ bastata una seduta di un’ora e mezza per venir inquadrata, un’altra seduta di quasi 3 ore ed eccomi ancora in piedi.

Eppure non so proprio dove cazzo andare…ma almeno sto in piedi, prima o poi tornerò a camminare e a sorridere con il cuore, che per ora evita di singhiozzare.

Ma non perché ho perso lui, perché ho un vuoto che non so come riempire e che prima lo avevo concesso a lui, ora devo comprendere che quel vuoto posso riempirlo da sola.

Non ho bisogno di nessuno, solo di me stessa, ho le capacità e la forza per risollevarmi e riprendere ad andare avanti per me e i miei figli a prescindere da tutto e da tutti.. e non devo scendere a compromessi

Devo imparare ad amarmi di più a capire profondamente che non sono una mezza mela che cerca negli altri quel pezzo che le manca.. io sono una mela completa e tutti quelli che mi circondano sono solo un di più.

Mi circondo di bugiardi patentati… perché? perché cerco negli altri quello che non riesco a scorgere in me, ma c’è.. devo solo smettere di essere miope e vedere in me stessa.

Devo amarmi di più.

Oggi è bastata una notifica da parte sua.. che però era un falso allarme, perché nell’effettivo non c’era nulla per farmi tornare a pensare a lui, e ho capito che la sofferenza per quel vuoto è grande ma ora c’è anche tanta rabbia.

Rabbia perché non aveva un motivo per mentire.
Non comprendo perché abbia nascosto cose stupide, quando nessuno gliele aveva vietate.
Perché raccontare tutte quelle bugie… sto iniziando a pensare che quel uomo sia talmente solo che ha bisogno di risollevarsi, andando su internet facendo conoscenze e sentendosi un dio se riesce a fregare qualcuna con le sue parole, i suoi modi, le sue promesse che sono aria fritta.

Bugie solo bugie.. Perché?

non gli ho chiesto nulla all’inizio, quello che mi dava era quello che voleva darmi, non mi sono mai intrufolata nella sua vita, perché non volevo altro che un ascoltatore, una spalla su cui piangere, su cui sfogarmi, un amico che sapesse svagarmi, farmi ridere… lo è stato per parecchio poi un giorno lui ha deciso di cambiare marcia di farmi credere in qualcosa di più… perché?

nessuno glielo aveva chiesto e forse se lui non avesse parlato in un certo modo io non mi sarei mai esposta così tanto.. ha sfruttato le mie frustrazioni, ha banchettato sulle mie debolezze.. ha giocato sporco e io sono caduta

Ora dopo 15 giorni che faccio i conti con me stessa e le mie scelte e il mio tentativo di rimettermi in piedi il pensiero di lui torna fuori e io crollo ancora, perché non sono ancora così forte da farcela, non credo ancora in me stessa a tal punto da sorridere e darmi una pacca sulle spalle e dirmi.. forza.. ce la fai.. non hai bisogno di nessuno.

ma prima o poi ce la farò.. devo farlo per la me che ci sarà domani e per l’esempio che voglio e che devo dare ai miei figli.

Essere amata

Perché é cosí importante sentirsi amata?

Perché ci si deve appoggiare ad altri per poter stare bene?

Perché é cosí decisivo sapere che qualcuno pensa a noi? Si preoccupa per noi? Vuole essere al nostro fianco? Si dedica a noi?

Perché non possiamo semplicemente bastarci?

Ogni giorno mi dedico ad altri..ma anche io lo faccio forse nel modo sbagliato e ricevo indietro quel che merito.

Un marito che decide di avere le sue amiche in giro per l’Italia perché sua moglie ha un amico che la fa stare bene

L’amico viene fuori che è fidanzato 

Io mi osservo attorno e mi dico ma che cazzo di vita ho costruito?

Possibile che con quello con cui mi sono sposata il rapporto é cosí irrimediabilmente finito che non riusciamo a chiudere oppure a ripartire?

Possibile che non possiamo trovare in  noi quello che cerchiamo altrove?

E quando cerchiamo altrove possibile che siamo così tanto desiderosi di ripartire da avere il prosciutto sugli occhi?

Come é possibile tutto questo?

Tutto questo confonde perché alla fine della fiera ci si perde e non si sa più riconoscere se stessi e i propri veri desideri. Tutto questo è  deleterio.

È necessario ritrovarsi per poter fare qualsiasi passo verrà in avanti. Per ora credo che sia meglio per me fermarmi sul posto nel quale sto e attendere di capirmi. Concentrarmi su me stessa. Attendere e vagliare prima di fare qualsiasi altra mossa

Sola sola sola

Lui se ne è andato o forse non c’è mai stato…ma ora mi sento sola non che non lo sia stata ma ora lo sono decisamente di più.  Non so come spiegarlo è come se attorno a me avessero spento la luce. 

Quando sto male voglio la luce accesa..come da bambina. La luce non risolve i problemi o non toglie il dolore ma ti fa sentire protetta non sola anche se lo sei. 

Quando spengono la luce é un disastro perché non ti sai più orientare e tutto sembra più grande eppure è ancora come prima…ma non hai la luce i sensi non possono vedere hai solo la testa e quella non ti sostiene troppo labile di per se. 

Sta notte ho avuto un attacco e ho incominciato a piangere così tanto che il naso era fuori gioco e avevo la percezione di non respirare. Lo facevo con la bocca ma è come se le vene della gola stessero per esplodere rendendo difficoltoso il respirare. Avevo bisogno della luce

Sono sola tremendamente

La divisione non è solo una operazione matematica

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si può essere divisi in due in tre o in quattro….?
Essere combattuti non rende abbastanza l’idea

Da una parte ho una famiglia, la mia famiglia, quella che ho voluto, quella che ho desiderato, quella che ho cercato. E la voglio felice, serena.. da mulino bianco per intenderci.

Sono cresciuta in una famiglia in cui i miei non andavano d’accordo ma per la famiglia sono rimasti insieme, si sono sopportati, forse  e dico FORSE non c’è più l’amore, ma anche ora che i figli sono grandi, continuano a restare insieme, sarà che dopo una certa età vai avanti e basta…..

io non sono ancora a quell’età eppure VOGLIO una famiglia felice, serena, per i miei figli. Voglio che non diventino pacchetti postali, voglio che vedano mamma e papà che collaborano perché è così che si fa, perché si può stare insieme, si può andare avanti…

Se mi fermo a pensare a cosa provo per mio marito, mi rendo conto di non sapermi rispondere. Eppure lo osservo, lo vedo mentre gioca con i nostri figli e mi dico che quello è il suo posto e che la famiglia deve restare unita.

Lui ci sta provando a rimediare, ci sta provando ad essere un padre presente, si sta impegnando con il lavoro, e sta cercando di darmi tempo per tornare a volere davvero lui.

Ma non è sufficiente, FORSE è troppo tardi.

MA è davvero troppo tardi? oppure sono condizionata da colui che mi da sostegno, che mi fa battere il cuore, che mi fa pulsare gli istinti più carnali, che mi fa sentire coccolata e protetta, ma che “fisicamente” non è con me?

Il solo pensiero di mettere la parola fine a questo amore platonico mi toglie il respiro, è la mia ancora, è la mia gioia, è la mia vitalità… e non riesco a lasciarlo andare, perché tornerei a chiudermi in una bara e a sotterrarmi viva e non è quello che voglio.

Ma dall’altro canto non posso viverlo come vorrei, perché una famiglia ce l’ho e i miei figli vengono prima di tutto.

Sono divisa, davanti a me ho due binari, tengo un piede su ogni traliccio di metallo e cerco di restare in equilibrio per quanto possibile, ma non posso andare avanti così per molto.. devo compiere una scelta che non è ..

  • separarmi da mio marito per vivere il mio amore platonico
  • lasciare andare il mio amore platonico per concentrarmi sulla ricostruzione della mia famiglia

Non credo che esistano solo queste due opzioni, forse ne esistono altre ma che al momento per me sono difficili da vedere, perché ho delle convinzioni mentali sbagliate in testa, indottrinamenti che influiscono

Ho pensato di dare una reale possibilità a mio marito per ricostruire la nostra famiglia e tenermi il mio amore platonico che possa trasformarsi in una scopata di tanto in tanto (perché al di la delle tante belle e profonde parole, ad atti reali questo può essere)

Ho anche pensato che forse posso “amare” due uomini e non è detto che si debba concentrarsi solo uno.. ma devo dirlo al mio cervello e alla mia coscienza

Ho pensato inoltre, che potrei dare una possibilità al mio amore platonico, più reale, più concreta e poi vedere il da farsi, perché potrebbe confermarsi o potrebbe sgretolarsi in maniere del tutto naturale, in fin dei conti la testa ha il potere di idealizzare quello che non si ha e che lo si desidera, ma che quando ce l’hai poi magari sbrilluccica meno o forse di più… chi può dirlo?

Lasciare mio marito per l’amore platonico che potrebbe rivelarsi un amore vero, reale dove mi porterebbe? ad essere sola, perché il fatto che io lo viva non significa che possa o voglia entrare nel mio quotidiano, prendere me, significa barcamenarsi con due figli non tuoi e con un ex marito…

Lo so, lo so.. sono discorsi prematuri, ma come ogni donna e come ogni mamma sono progettata per guardare avanti e di pianificare e ipotizzare le possibilità del futuro per evitare possibili errori inutili.

Quindi? si può essere divisi? si e non sempre c’è il resto.. non è matematica.. è vita.

mamma mamma mamma mamma

una parola di 2 lette in ripetizione, una cosa di piccolo, di semplice, una parola facile da pronunciare tant’è che è tra le prime che si dicono nella propria vita. Un suono carico di tanto valore e grandissime responsabilità.

Mamma inizialmente vuol dire Mamma, poi assume anche il significato di “aiuto” “desiderio” e lo si rivolge a tutti, poi muta ancora e torna ad essere “Mamma” ma mano a mano che si cresce diviene un legame profondo, unico.

Quando diventi madre e vedi quel faccino non vedi l’ora che dica “mamma”, che ti chiami, che ti cerchi… mano a mano che passa il tempo quel “mamma” diviene ripetuto per ogni cosa e te lo senti martellare nel cervello in continuazione che vorresti imparasse anche la parola “papà” ma no, quella proprio non esce come “mamma”.

E ti ritrovi a comprendere da quel piccolo suono come tu sia diventata il pilastro, un punto focale, un riferimento così consolidato e non hanno nemmeno due anni eppure loro hanno una certezza. Che mamma c’è… ed è li per loro.

Poi passi tre notti a non dormire, perché uno dei due sta male, ha dolori e piange, urla, scalpita, perché anche in questo lui ha preso da te che quando stai male non vuoi nessuno intorno, nessuno che deve toccarti, sei insofferente. E te ne stai li impotente a vederlo soffrire e a non avere una soluzione per dargli sollievo.. ma sai che se anche non puoi far nulla, il tuo posto è li e lui sa che tu ci sei, perché nel momento in cui il dolore sarà meno forte, saranno quelle braccia, quel odore che vorrà e potrai darglielo solo tu.

Vieni messa a dura prova, sonno poco e interrotto, cervicale che decide di infiammarsi e sei completamente bloccata, dorsali che messi a dura prova dal ninnare ripetuto dei due giorni precedenti ti danno segnali che o ti metti a riposo o non solo il collo si bloccherà.. e tu sei li sempre al loro fianco.

Li guardi quando per l’ennesima volta di svegliano sei li, ma nella tua mente pensi “signore falli smettere, dai tregua a tutti” e ti senti colpa perché ti rendi conto che per una tua necessità stai perdendo di vista che se piange e urla è perché sta male quindi torni in te e trovi la forza, che non pensavi di avere, per restare li ancora pazientemente, seppur un attimo prima stavi per tramutarti nella Franzoni, perché si diciamocelo il nostro corpo ha un limite e quando lo superi, pur di ottenere sollievo ti porta a perdere il controllo e a fare cose che non penseresti. Con questo non sto giustificando l’omicidio di Cogne, ci mancherebbe, ma posso comprendere benissimo quel frangente nel quale potresti compiere un atto inaudito e se non riesci a fermarti è solo questione di una frazione di secondo. MA CI SI DEVE FERMARE. Perdere il controllo è davvero un misero attimo, ma se riesci a riconoscerlo, riesci anche a capire che hai bisogno di sfogare, reprimere non serve, sei umana e se vuoi essere forte, paziente, di supporto, devi sfogare quello che provi, quindi io ho imparato a mettere la testa nel cuscino e urlare a squarciagola la mia esasperazione, o quel cuscino lo prendo a pugni con violenza, mi stanco fisicamente e torno con il sorriso pronta a dare sostegno.

Essere mamma è una grande responsabilità, i momenti difficili ce ne sono parecchi, ma altrettanto quelli belli e seppur ci sono momenti in cui non vuoi sentire dire “mamma” resta comunque il suono più bello del mondo, perché il giorno che nessuno lo pronuncerà più significa che non avranno più bisogno di te e io vorrei restare nella loro vita il più allungo possibile, anche se avendoli fatti tardi è probabile che a molte tappe importanti della loro vita, io non ci sarò, ma spero di lasciare il segno prima e che mi portino con loro sempre nel cuore, anche quando fisicamente non sarò con loro. Che nei momenti di difficoltà gli basterà pensarmi per trovare sollievo perché mamma c’è sempre